Dopo eoni e eoni ritorno al cinema non come operatore ma come semplice spettatore; il film che ho scelto di vedere è l'ultima fatica di Will Smith il quale oltre che ad essere il protagonista è anche il produttore di questa pellicola. Premettendo che ci sono altri film da visionare ho scelto questo per il semplice fatto che avrò sentito un centinaio di commenti su questo film,i commenti andavano dal "E' una merda colossale","non ci dice una minchia con il racconto","pensavo meglio", "una rivisitazione moderna del libro" alla fine mi son detto Ok vado e mi faccio un'idea a riguardo.
Per quanto concerne il film in generale posso dire che l'atmosfera regge per tutto il primo tempo, si percepisce quel senso di solitudine ed inquietudine che attanaglia Robert Neville con le sue giornate scandite dall'allarme del suo orologio; (attenzione da qui in poi SPOILER) il tutto viene praticamente stravolto nel secondo tempo con l'arrivo di Sopravvissuti.... e già qui uno inizia a chiedersi "ma leggenda de che...." visto che ci sono altre persone. Con questa semplice domanda il film inizia la sua totale ascesa verso un finale veramente banale e lontano anni luce dal messaggio del libro scritto da Richard Matheson. Personalmente mi dispiace perché penso che il nostro caro Will (buona recitazione) abbia mandato in fumo una bella opportunità per fare un film con i contro cazzetti invece di propinarcio un novanta minuti che verranno dimenticati in fretta...
Questa volta il voto del vostro pensatore si splitta in due voti e cioè primo e secondo tempo, primo tempo da 8 bello avvincente ti tiene ancora sul chi vive, secondo tempo un 4 facile facile assolutamente non dovuto al fatto che sia diverso dal libro (quello non me può frega de meno ^^ NDr) ma per il semplice fatto che uomo che distrugge tutto e poi con un colpo di coda risolve il tutto in perfetto stile political correct mi sta pesantemente sul c**o.
Finisco questo post con una chicca per voi e cioè vi pruzzo il finale del libro affinché chi non ha voglia di leggerselo (anche se io lo consiglio caldamente) si possa fare un'idea di quello che Richard Matheson voleva farci NOTARE con il suo I AM LEGEND.
(…) Addio a tutti.
Poi, d’improvviso, respirò affannosamente. Puntellandosi, si alzò a sedere. Rifiutò di lasciarsi andare a causa del dolore bruciante che gli era esploso nel petto. I denti serrati, si alzò in piedi. Per poco non cadde, ma, ripreso l’equilibrio, attraversò la stanzetta, barcollando su gambe tremule che quasi non sentiva.
Si aggrappò alla finestra e guardò fuori.
La strada era piena di gente. Si muovevano confusamente nella grigia luce del mattino; il suono delle loro parole era simile al ronzio di un milione di insetti.
Osservò quella gente, con la mano sinistra dalle dita esangui aggrappata alle sbarre e gli occhi febbricitanti.
Poi qualcuno lo vide.
Per un momento ci fu un crescente brusio, alcune grida di sorpresa.
Poi un improvviso silenzio, come se una pesante coperta fosse caduta sulle loro teste. Rimasero tutti con lo sguardo fisso verso di lui, con le bianche facce rivolte verso l’alto. E lui sostenne quegli sguardi. E di colpo pensò: “Ora sono io l’anormale. La normalità è un concetto di maggioranza, la norma di molti, e non la norma di uno solo.”
Quel pensiero all’improvviso si fuse con quello che vedeva sulle loro facce: timore, paura, orrore; e comprese che avevano paura di lui. Per loro, lui era una terribile calamità che mai avevano veduta, una calamità anche peggiore dell’infezione a cui si erano adattati. Lui era un invisibile spettro che lasciava quale prova della sua esistenza i corpi dissanguati dei loro cari. Capiva quel che provavano e non li odiava. La sua mano si strinse sul minuscolo involucro delle pillole. Per fare in modo che la fine non giungesse con violenza, per fare in modo che non divenisse una macellazione davanti ai loro occhi…
Robert Neville guardò il nuovo popolo della terra. Sapeva di non farne parte: sapeva che, come un tempo i vampiri, lui era un anatema e un nero terrore da distruggersi. E, di colpo, il concetto si formò, divertente nonostante il dolore.
Una risata soffocata gli salì alla gola. Si voltò, si appoggiò alla parete, inghiottì le pillole. “Il cerchio si chiude” pensò mentre il letargo finale si impadroniva delle sue membra. “Il cerchio si chiude. Un nuovo terrore nasce nella morte, una nuova superstizione penetra nell’inespugnabile fortezza dell’eternità.
“Io sono leggenda.”
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