10 gennaio 2007

In Treno.

TRI TRI TRI... che è questo rumore infernale... a si è la sveglia che palle sono già le sette, non mi posso neanche permettere di prendermela comoda altrimenti mi tocca prendere il treno delle 10.00, con conseguente perdita della lezione di Medicina 2.
Quindi basta tergiversare in piedi altrimenti tra 5 minuti chi lo sente paparino che con la sua vocina baritonale mi rinfaccia con molta tranquillità che per portarmi alla stazione rischia di far tardi al lavoro. Fortunatamente dopo anni di ritardi ho imparato che preparare la valigia la sera prima di partire non male è come idea, quindi con un colpo di reni e gli occhi appanati mi ritrovo in un quarto d'ora pronto per il viaggio. Nel frattempo paparino sbadiglia e con il suo fare flemmatico si prepara per un'altra giornata di lavoro; ogni volta che lo vedo non posso non ridere del fatto che nonostante lavori in ufficio da venti anni ancora non abbia imparato a farsi il nodo alla cravatta. Fatte le solite raccomandazioni della mamma, che non accetterà mai il fatto che oramai sono un uomo, partiamo per la stazione; fortuna vuole che il tragitto non sia molto lungo altrimenti il silenzio che si crea ogni volta che paparino mi porta alla stazione rischierebbe di farmi impazzire. Saluto anche lui con un semplice cenno del capo e mi ritrovo in meno di cinque minuti sul binario numero sei ; binario che con gli anni ho imparato ad amare, può succedere il finimondo nella mia vità sociale ma so che una volta ogni due mesi mi ritrovo qui ad aspettare un treno carico di aspettative e di progetti. Mi guardo a destra e stranamente al primo colpo riesco a trovare una panchina vuota ,che culo, mi lancio come in missile per mettermi seduto ma prima che mi dimentichi oblitero il biglietto nella macchinetta infernale, fa un rumore che mi sta pesantemente sul cazzo... sembra un maiale pronto a fagocitare tutto quello che gli si pari davanti.
Sistemato lo zaino e il borsone mi accingo a prendere l'oggetto che più di tutti mitiga la mia solitudine e cioè il mio I-Pod, mentre mi metto le cuffiette nelle orecchie guardo l'ora segnata su l'orologio della stazione e vedo che mancano ancora una ventina di minuti comodi prima dell'arrivo del treno.
Constato con piacere che non sono il solo a trovarsi in attesa con un così ampio margine di tempo, nel frattempo il mio lettore mp3 ha preso vita e mi osserva come per chiedermi quale sarà il cantante che mi cullerà in questa attesa; rimango una ventina di secondi comodi immobile a fissarlo pensando a quale voce si addige di più al mio stato d'animo ed opto per Eddie Vedder (cantante dei Pearl jam) e per Live on two legs il loro live migliore.
Mentre la voce di Eddie si diffonde lungo i miei badiglioni uditivi, cerco con lo sguardo una faccia conosciuta che mi permetta di non passare un paio di ore in treno da solo, niente da fare la vocina femminile mi annuncia che il treno per Milano proveniente da Venezia sta per arrivare; mi sa che questa volta mi tocca...
Entro nell'ultimo vagone e come al solito vengo invaso dall'odore di aria consumata che caratterizza il classico scompartimento pieno zeppo di gente, cerco di farmi largo tra le persone che prima di me si sono insunuate lungo il corridoio e nel frattempo evito il loro sguardo cercando invano un posto attraverso gli scompartementi; a meta carrozza trovo un seggiolino vuoto ed una quantità di centrimeti cubici sopra ad esso sufficenti per appoggiare il mio borsone. Metto il mio zaino sotto al seggiolino e nel fare questo mi rendo conto che praticamente davanti a me c'è uno scompartimento pieno di gente. Mentre inizio a fare uno screaming delle persone che ho davanti Eddie mi sta cantando "Do the evolution" e al grido di "I'm at peace with my lust; I can kill 'cause in God I trust, yeah." mi ritorna in mente il video disegnato da Todd McFarlane e uno strano sorriso mi si stampa in faccia. Mi sposto di lato in automatico per far passare quelli che dietro di me ancora non sono riusciti a darsi pace ed inizio a pensare a quanto sia strano il treno; come il ventre di una gestante contiene centinaia di persone... migliaglia di pensieri, dubbi ,segreti e progetti che si incrociano senza toccarsi mai, tanto vicini nel corpo e nello stesso tempo tanto lontani nello spirito. Questa costatazione che sistematicamente mi avvinghia come un abito pesante e consunto mi mette subito a disagio; per rimediare a questo velo di tristezza cambio subito playlist e scelgo qualcosa di più tranquillo i Depeche Mode. Non so perchè ma in maniera automatica scelgo Blasphemours rumors sicuramente non è la canzone migliore per ricaricarsi le pile il Lunedì mattino; nel frattempo il treno è partito e gli ultimi sfigati che ancora non hanno trovato un posto si mettono l'animo in pace con la speranza che alla prossima fermata le cose si sistemino. Finito il via vai mi rimetto perpendicolare al corridoio ed inizio ad analizzare le persone che mi si parano davanti.
Questa volta abbiamo una coppietta di anziani che con la loro faccetta arzilla e il loro sguardo bambinesco mi mettono subito il magone, fortunatamente vicino a loro siede un ragazzo con le braccia conserte gli occhiali da sole che se la dorme alla grande con la testa appoggiata di lato, davanti ad esso invece se ne sta una ragazzetta del liceo che con gli occhietti svegli mi fa ricordare che il sottoscritto come suo solito la sera prima di partire non va mai a letto ad un'ora decente.
Dall'altra parte dello scomparto invece se ne sta il solito pendolare annoiato che si sta sfogliando il quotidiano e di rimpetto a lui siede una ragazza che sguardo rivolto verso il finestrino sta smanettando con il cellulare; chissà a chi sta scrivendo se ai suoi amici oppure al suo amore. Sarà questa costatazione sarà che nel frattempo David Gahan sta cantando Enjoy the silence , resta il fatto che la mia mano scivola silenziosa nella tasca alla ricerca del telefono. Lo prendo e vado a rileggere l'ultimo messaggio della mia Coccinella, nel leggerlo non posso far altro che ridere... per l'ennesima volta mi sgrida perchè come mio solito durante le uscite con i suoi amici sono stato come dire un pò acidello... finito di ridere l'immagine di lei appena sveglia che scende dal letto e va al bagno grattandosi i capelli con fare lento e sensuale irrompe nel mio cervello come un proiettile. Per un paio di secondi rimango senza fiato davanti a questo senso di benessere che inonda il mio corpo; finito lo stato di sconvolgimento ormale prendo il telefono e lo armo per un messaggio di ritorno, voglio fargli sapere che in questo momento la sto pensando. Finito il messaggio le parole di David mi ricordano che "Precious and fragile things;Need special handling. " lo so bello... e soprattutto che "things get damaged; things get broken" faccio ammenda di questa parole David con la speranza che ciò non accada mai nei confronti di colei che riesce solamente con la sua presenza a darmi forza per andare avanti in questo mondo di merda. Prima che la paura mi assalga prendo dallo zaino un bel libro da leggere, anche perchè non ho assolutamente la voglia e più di tutto la forza per rivedermi gli appunti dell'ultima lezione... che studente di merda che sono e pensando ciò mi metto a ridere da solo come un coglione, nel frattempo un paio di sconosciuti si voltano a guardarmi come se fossi lo scemo del villaggio.
Mi immergo nella lettura del libro ed automaticamente vengo proiettato nella macchina del tempo che mi fa arrivare in un lampo alla fine del mio viaggio. Mentre il treno si incanale lungo i binari mi preparo insieme ad i miei compagni di viaggio e mi impilo lungo il corridoio.In quello stesso momento un senso di eccitazione inizia a pervadere il mio corpo; ci siamo... eccoci a casa in perfetto orario, speriamo che Michele mi abbia preso il posto altrimento gli stacco la testa a morsi e soprattutto mi auguro che la mia Coccinella quest'oggi riesca a venire da me per pranzo ho voglia di abbracciarla di ricordagli quanto conti nella mia misera vita e di come essa sia cambiata da quando la conosco, Coccinella sto arrivando!!!

Ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale...un semplice parto di questo pensatore che deve relegare i suoi flussi di pensieri su "carta".


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Pillole di Disinformazione.

DoS, scritto con la maiuscola al primo e terzo posto, è la sigla di denial of service, letteralmente negazione del servizio. In questo tipo di attacco si cerca di portare il funzionamento di un sistema informatico che fornisce un servizio, ad esempio un sito web, al limite delle prestazioni, lavorando su uno dei parametri d'ingresso, fino a renderlo non più in grado di erogare il servizio. Fonte Wikipedia

Pensierino del Giorno.

"é il Signore che vi manda da noi!!!".
"no, passavamo di qua per caso!"

Tratto da "Lo chiamavano Trinità".

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Gentilmente omaggiato da Kat.

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